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Premi Nobel per l’Economia

1 Dic 2022 - Argomenti di rilevanza

Le crisi si combattono a suon di idee, poco importa se queste siano nuove o prese in prestito da intuizioni passate: così possiamo anche tradurre l’assegnazione del premio Nobel per l’Economia del 2022.

A riceverlo sono stati in tre e per la prima volta, ad esserne insignito, è stato un ex presidente della Federal Reserve, la Banca Centrale statunitense. In generale, da quando è stato istituito il Premio, è la prima volta che rappresentanti e studiosi del sistema bancario ricevano il massimo riconoscimento per il loro lavoro.

Lo statunitense Ben Bernanke era ai vertici della Banca Centrale americana quando si trovò ad affrontare la crisi finanziaria iniziata nel 2008 (crisi dei mutui sub-prime). Suo il merito di avere inventato il Quantitative easing, (alleggerimento quantitativo), immissione di liquidità grazie alla quale salvò e rilanciò l’economia degli Stati Uniti.

Il QE, strategia utilizzata anche da Mario Draghi in passato, consiste nell’acquisto, da parte delle banche centrali, di titoli di Stato (e di altri tipi di titoli) per immettere nuovo denaro, stimolare la circolazione di moneta e tenere sotto controllo i rendimenti.

Il riconoscimento per Ben Bernanke, insieme agli economisti Douglas Diamond e Philip Dybvig, ha voluto premiare coloro che, grazie alle loro ricerche “hanno migliorato in modo significativo la nostra comprensione del ruolo delle banche nell’economia, in particolare durante le crisi finanziarie.

Una conclusione fondamentale dei loro studi è stata che, durante qualsiasi crisi, vanno evitate le corse agli sportelli per ritirare il proprio contante, per non esacerbare le crisi stesse e portare le banche verso il fallimento: il tutto si può tradurre nel mantenere sempre viva la Fiducia nel sistema e nel proprio istituto.

Poiché la politica monetaria delle banche centrali agisce per forza di cose con un ritardo temporale, si ha il tempo di adeguarsi alla situazione. Secondo Diamond “il sistema finanziario globale oggi è molto più preparato all’eventualità di una crisi finanziaria rispetto al 2008”.

Il Nobel 2022 per l’economia è stato un riconoscimento importante poiché trasmettete il forte messaggio che la banca debba rappresentare stabilità e fiducia, anche quando attorno tutto crolla a causa di inevitabili sconquassi socioeconomici.

L’idea di conservare i soldi nel materasso dovrebbe ormai essere superata in quanto le banche svolgono un ruolo fondamentale per l’economia e la crescita: basti pensare che durante la pandemia lo stato Italiano, che al momento non aveva liquidità, ha ideato dei prestiti da richiedere in banca mentre altri stati, come la Germania, direttamente bonificavano i cittadini!

Una curiosità

Il premio Nobel è un’onorificenza attribuita ogni anno, dal 1901, a chi si è distinto in alcuni specifici campi dello scibile umano.

Nelle idee del suo inventore, i campi di attribuzione dovevano essere cinque, ossia: fisica, chimica, fisiologia o medicina, letteratura e pace.

Nel 1969 la banca nazionale di Svezia ha istituito ed aggiunto il “premio per l’economia in memoria di Alfred Nobel”, di fatto un premio Nobel aggiuntivo visto che viene gestito insieme ai premi originari.

L’importanza delle banche

Come hanno ben teorizzato i tre premi Nobel, l’importanza delle banche sta nel ruolo cruciale che svolgono in seno al sistema economico.

Il processo è abbastanza lineare e virtuoso: il risparmiatore affida i propri soldi alla banca, sapendo che quel capitale è al sicuro. I soldi affidati alla banca vengono utilizzati per favorire degli investimenti/prestiti/mutui che daranno nuovi impulsi all’economia.

A tutela del risparmiatore, e a garanzia dei capitali “impegnati” c’è la garanzia fino a 100.000 euro sui depositi e la possibilità che la Banca Centrale, in caso di necessità, potrebbe intervenire come prestatore di ultima istanza: cosa avvenuta recentemente ad un grande istituto italiano.

Perché sappiamo che le banche sono sicure?

Le banche centrali vigilano sull’equilibrio finanziario delle banche.

Ci sono dei parametri che ci permettono di appurare la solidità di ogni singolo Istituto di credito:

  • Riserva obbligatoria. Le banche hanno l’obbligo di detenere una percentuale delle proprie passività sotto forma di depositi presso la banca centrale nazionale. L’importo della riserva obbligatoria è calcolato a partire dalle passività di bilancio a cui vengono applicate delle aliquote.
  • Bail In. In caso di fallimento di una banca, la stessa  per diminuire le  passività  può  rivalersi su azioni, obbligazioni subordinate, conti correnti per la cifra eccedente i 100 mila euro mentre le cifre inferiori sono garantite da un fondo interbancario.
  • Common Equity Tier 1 ratio o Cet1 ratio. Rappresenta il parametro principale a cui banche, investitori e risparmiatori fanno riferimento per valutare la solidità di una banca. Viene calcolato rapportando il capitale ordinario versato (Tier 1) con le attività ponderate per il rischio. Il valore minimo indicato è quello dell’8%.
  • Asset and liability management (ALM). È il processo di gestione di attività e passività. Tale modello consente di misurare il livello di rischio di tasso per tutta l’operatività finanziaria, e di esplicitare il potenziale di perdita o di profitti derivante da oscillazioni di tassi di mercato.

E poi, fuori da ogni elenco perché imprescindibile, c’è il fattore umano: persone a cui affidare con fiducia i propri investimenti perché agiscono nell’interesse dei propri clienti e sanno indirizzarli verso le scelte più adatte alla loro esposizione al rischio ed alle loro esigenze.

Frasi Celebri

“La lezione della storia è che non si ottiene una ripresa economica sostenuta mentre il sistema finanziario è in crisi”  

Ben Bernanke

Ridiamoci su

“La banca ha fiducia in te; però ti chiedono i documenti per accettare i tuoi soldi e ti prestano una biro legata a una catenella.”

BEPPE GRILLO


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Marco Buscemi

Sono un consulente finanziario con esperienza ventennale, certificato EFPA EFA, ed inoltre svolgo la figura di formatore presso la Mediolanum Corporate University. Con l’azienda per cui lavoro coindivido gli stessi valori. Sono convinto che il ruolo del consulente finanziario abbia una valenza sociale ovvero il mantenimento del benessere.

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