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T.F.R. pro e contro della scelta a 14 anni dalla legge.

3 Mag 2021 - Previdenza

Nella vita di un lavoratore dipendente la domanda su cosa fare del T. F. R. (ovvero trattamento di fine rapporto chiamato anche Buonuscita) gli sarà stata posta raramente: sicuramente nel 2007 per chi lavorasse già mentre per chi avesse iniziato a lavorare o abbia cambiato azienda successivamente al 2007, la fatidica domanda gli sarà stata posta nei primi 6 mesi lavorativi nella nuova azienda.
La risposta a questa domanda quasi “amletica” (T.F.R. in azienda o T.F.R. nel fondo pensione) molto spesso viene richiesta a google o ad amici, parenti e/o colleghi, con la conseguenza che cambiare la destinazione iniziale del T.F.R. risulta molto complicato; ciò si può evincere dai dati pubblicati dalla COVIP (Commissione di vigilanza sui fondi pensione): meno di un lavoratore su 3 ha aderito ad un fondo pensione ed il tasso di partecipazione ai fondi pensione scende a 1 su 5 per i giovani di età inferiore ai 35 anni.

T.F.R. in azienda o nel fondo pensione?

Sicuramente la scelta è profondamente personale e la risposta dovrebbe variare a secondo delle esigenze del cliente.
E’ quindi possibile che la maggioranza dei lavoratori italiani abbia la necessità di mantenere il T.F.R. in azienda piuttosto che aderire ad un Fondo Pensione?
Potrebbe darsi che la domanda fatta al momento della scelta non sia ben posta?
La scelta del T.F.R. in azienda sarebbe sempre predominante se, prima di chiedere dove indirizzarlo, si capisse il perchè lo Stato ci impone una scelta?
Secondo la mia esperienza vi sono altre domande da porre prima:

  • Perchè lo stato dal 2007 impone la scelta a tutti i dipendenti privati?
  • Cosa è il T.F.R. e come si calcola il suo rendimento in azienda?
  • Quali vantaggi fiscali dà lo stato per indirizzarti verso il fondo pensione?
  • Cosa succede se lasci il TFR in azienda?
  • Quali sono le diverse tipologie di fondi pensione a cui aderire?
  • Come vengono investiti i tuoi soldi in un fondo pensione?

Alla domanda su cosa sia il T.F.R. e come calcolarlo, molte persone a cui ho chiesto non mi hanno saputo dare un riscontro (nemmeno mia moglie!) e ti dirò di più: l’argomento annoia e sopratutto richiede tempo ed approfondimenti.
In questo articolo voglio darti altri spunti di riflessione, rispetto alle domande poste, poiché essendo passati 14 anni dall’obbligo della scelta si hanno sempre più informazioni e riscontri sulle diverse soluzioni.
Se volessi chiarimenti su tutte o su alcune delle precedenti domande non esitare a contattarmi.

Scelta del T.F.R.: evidenze.

  1. La scelta imposta dal 2007 è dovuta al fatto che il futuro pensionistico degli italiani sarà sempre più insostenibile: a conferma di ciò secondo i dati Istat 2019 in Italia ci sono 168,9 anziani ogni 100 giovani!
  2. La Busta arancione (ovvero la propria previsione pensionistica fatta dall’ente di appartenenza) dovrebbe essere segnalata al dipendente e fatta attenzionare allo stesso prima di prendere la decisione, in quanto renderebbe tangibile se vi fosse o meno la necessità di destinare il T.F.R. ad un fondo pensione;
  3. Il T.F.R. è una risorsa che non intacca le nostre tasche nel presente, ma che sarà molto preziosa nel futuro: bisogna gestirlo al meglio. Oggi sono trascorsi già 14 anni dal entrata in vigore della legge e i rendimenti delle diverse soluzioni possono essere facilmente confrontati: se lo ritenessi valido puoi spostare in ogni momento il T. F. R. dall’azienda verso un fondo pensione (non potrai tornare indietro da questa scelta) e, passati 2 anni dall’adesione ad esso, puoi spostare il fondo pensione.

T.F.R. lasciato in azienda: evidenze.

  1. Se hai già maturato 8 anni di T.F.R. hai un vantaggio enorme: la possibilità di diversificare, ovvero di “non mettere tutte le uova nello stesso paniere” scegliendo di destinare il T.F.R. futuro verso un fondo pensione ,avendo anche la possibilità di ottenere le anticipazioni da parte dell’azienda;
  2. Se lavori in una azienda con oltre 50 dipendenti hai uno svantaggio notevole: l’azienda deve confluire il tuo T.F.R. al fondo Tesoreria Inps che esclude la possibilità di versamento a previdenza complementare del T.F.R. già maturato dal 2007; tradotto, se un giorno decidessi di spostare il T.F.R. dall’azienda ad un fondo pensione, lo potrai fare per il T.F.R. in divenire mentre quello già maturato non si potrà spostare dall’INPS;
  3. Se cambi azienda spesso il T.F.R. ti sarà liquidato e potrebbe essere ottimo, qualora servisse liquidità, ma non sarebbe una buona soluzione qualora la liquidità non servisse poichè ogni volta subiresti una tassazione sonstanziosa. Ricorda di attenzionare tutti i vantaggi fiscali che lo Stato ha messo in atto in quanto potresti evitare di avere tassato la futura Buonuscita e se dovesse succedere la tassazione potrebbe essere meno corposa.

T.F.R. confluito in un fondo pensione: evidenze.

  1. I rendimenti negativi dei titoli di Stato impongono di fare un check-up al proprio investimento in quanto la maggioranza dei comparti garantiti e obbligazionari dei fondi pensione acquistano proprio titoli di Stato.
  2. Scegliere il fondo di categoria poichè in esso versa una quota anche il datore di lavoro, non è detto che sia sempre vantaggioso, ciò dipende dal rendimento del fondo pensione e dalla durata dello stesso e sarebbe opportuno comparare i dati dei vari fondi.
  3. Scegliere il fondo in base al costo ha lo stesso ragionamento di sopra, potrebbe o meno convenire.
    Se due fondi con costi diversi avessero lo stesso rendimento, ma in uno si è da soli a gestire tutto (comprese le emotività e le scelte degli investimenti), mentre nell’altro si è seguiti e consigliati dall’inizio e in tutta la durata del fondo, tu quale preferiresti? Anche qui sarebbe opportuno comparare diverse esperienze.

T.F.R Che fare?

L’argomento è complesso in quanto spazia dai tanti Vantaggi fiscali che lo Stato mette sul tavolo alla proiezione che la Busta Arancione dà della nostra futura pensione, dalla stabilità occupazionale del lavoratore dipendente alle competenze necessarie in materia finanziaria.
Come dicevo prima il T.F.R. è una risorsa fondamentale che non deve essere sottovalutata e quindi bisogna avere un compagno di strada accanto a sè che ci conduca nelle scelte a te più congeniali: mantenere il tutto presso il datore di lavoro, farlo confluire nel fondo pensione o attuare la scelta salomonica del metà e metà.
Contattami ed insieme valuteremo la tua situazione attuale e vedremo come ottimizzare la scelta del T.F.R..

Frasi celebri.

“Se aggiungi poco al poco, ma lo farai di frequente, presto il poco diventerà molto.”

ESIODO

Ridiamoci su.

“2150, Italia. Finalmente i nati tra il 1978 ed il 2004 potranno andare in pensione.”

ANONIMO
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Marco Buscemi

Sono un consulente finanziario con esperienza ventennale, certificato EFPA EFA, ed inoltre svolgo la figura di formatore presso la Mediolanum Corporate University. Con l’azienda per cui lavoro coindivido gli stessi valori. Sono convinto che il ruolo del consulente finanziario abbia una valenza sociale ovvero il mantenimento del benessere.

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